Una tragedia elisabettiana

La sete di sangue è una malattia di tanti scrittori. Persino un’autrice di romanzi rosa può cader vittima di pulsioni distruttive, dopo la ventesima storia d’amore a lieto fine tra due rampolli della nobiltà. Quando si rompono gli argini e la fantasia sanguinaria di uno scrittore viene a galla, l’incolumità dei suoi personaggi è a rischio. Da un cassetto della mente scaturiscono vicende cruente e maledette.

LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA.
Cari scrittori in cerca di ispirazione, ascoltate gli ammonimenti degli psicanalisti più libertari. Non cercate di soffocare gli istinti. La vostra sete di sangue va placata. Per seminare morte e disperazione vi serve una tragedia elisabettiana.

LA TRAGEDIA ELISABETTIANA: DEFINIZIONE SINTETICA.
È una storia che termina con la morte violenta di quasi tutti i personaggi principali. Il codice del piccolo drammaturgo elisabettiano parla chiaro: il decesso naturale è bandito. I protagonisti, animati da passioni estreme, si ammazzano l’un l’altro per vendetta. Il suicidio è tacitamente ammesso, ma solo se utile all’innesco di nuove sanguinose ritorsioni.

LA FAIDA.
Che ne dite di un meccanismo collaudato come la faida, per la vostra tragedia elisabettiana? In una faida ci si ammazza a suon di dialoghi come questo:
“Quel bastardo ha accoltellato mio cugino. La pagherà cara”.
“No, Tony, non farlo. Tu non sei come tuo padre. Scappiamo insieme, possiamo ancora essere felici”.
La costruzione di una faida è semplice. Gli omicidi, gli amori troncati e le ritorsioni sono una conseguenza naturale dell’odio tra famiglie. L’unico elemento problematico è la causa scatenante di tanto risentimento. E se fosse l’antagonismo letterario? Ecco la mia idea: una faida tra famiglie di scrittori.

L’INIZIO DI TUTTO.
Herbert, scrittore di gialli discepolo di Chesterton, odia cordialmente Kenneth, un giallista di successo a suo dire sopravvalutato. Quest’ultimo ricambia l’antipatia, come dimostra la trama irriverente di un suo recente romanzo, che mette alla berlina un personaggio del rivale. Nel libro compare infatti l’ispettore Winston, protagonista di una saga poliziesca ideata da Herbert, qui nell’insolita veste di scemo del villaggio. Winston segue un caso di omicidio su cui indaga anche il capitano Jeffrey, personaggio-feticcio di Kenneth. Il romanzo procede con la descrizione delle indagini parallele condotte dai due uomini di legge, fino alla resa dei conti finale. Winston, dopo una serie di grossolani errori di valutazione, incastra un innocente. Per fortuna interviene Jeffrey, che indica il vero colpevole e umilia il suo avversario. Alla fine Winston, cacciato dalla polizia a causa della sua inettitudine, diventa un alcolizzato. Muore pochi anni dopo, per un attacco di delirium tremens.

LA CONTROMOSSA DI HERBERT.
Herbert consuma la sua rivalsa con una storia cupa, partendo dalla conclusione del libro di Kenneth. Protagonista dell’opera è la figlia di Winston, che riapre le indagini e riabilita l’operato del padre. Winston aveva ragione. Il vero inetto, a quanto pare, era proprio Jeffrey…

TRAGICI SVILUPPI.
La guerra di carta viene portata avanti dai discendenti di Herbert e Kenneth. I loro personaggi si affrontano senza esclusione di colpi. All’inizio le rappresaglie sembrano innocenti schermaglie letterarie, ma la faida si accende quando Kelly, bisnipote dell’ispettore Winston, muore trucidata nel romanzo di John, bisnipote di Kenneth. Sei mesi dopo l’uscita del suo libro, John viene ucciso da Waldo, bisnipote di Herbert e creatore di Kelly. Waldo non lascia indizi, perché è un esperto giallista, ma i discendenti di Kenneth intuiscono la verità. Ed è solo l’inizio…

8 thoughts on “Una tragedia elisabettiana

  1. somniumhannibalis scrive:

    Oh, bellissimo, BELLISSIMO!! Sarei molto, molto tentata da due dinastie di scrittori che si assassinano a vicenda per generazioni… E magari c'è qualche terzo incomodo, un autore di fantascienza che ci va indebitamente di mezzo? "Il blocco dello scrittore colga entrambe le vostre famiglie!!" 🙂
    E comunque, l'ho sempre detto che gli scrittori sono gente pessima!

  2. somniumhannibalis scrive:

    Oh cribbio! Ricommento per dire che sono la Clarina di Senza Errori di Stumpa, sennò non si capisce… Certo che commentare su Blogger richiede una certa perseveranza.

  3. Danilo Zanelli scrive:

    Ahahahaha! Un blocco dello scrittore! Ma è un'idea geniale!! A dir poco geniale! Metaletteratura allo stato puro. Come ho fatto a non pensarci! Grazie Clarina!

  4. Danilo Zanelli scrive:

    Ops, volevo dire, grazie La Clarina… Ho il fondato sospetto che quel "La" sia importante 🙂

  5. somniumhannibalis.com scrive:

    Uh, dobbiamo proprio scriverlo, questo romanzo: a quattro metamani! E il "La" fa parte del personaggio… 😉

  6. Danilo Zanelli scrive:

    Hai ragione. Una sanguinosa faida interrotta dal blocco dello scrittore. Fantastico!

    PS Mi piacerebbe anche inserire un ghost writer assoldato da una delle due famiglie come sicario

  7. Ci starebbe pure il ghostwriter che in segreto viene assoldato da entrambe le famiglie! (a loro insaputa ovviamente)

    PS: No comunque, stai male. Ma nel senso positivo, per dire, è un fantastico post 😉

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