Viviamo in un’epoca balorda. Lo sanno persino i telegiornali, che diffondono ogni giorno notizie preoccupanti a proposito di inflazione, disoccupazione, calo dei consumi e povertà. La somma di questi elementi, cari scrittori, è la famigerata crisi economica. Forse è il caso di parlarne in un romanzo, così avrete qualche speranza di essere ricordati come acuti testimoni del vostro tempo.
RISONANZA MEDIATICA.
Quando un libro si occupa di crisi economica la risonanza mediatica è assicurata, perché questo argomento offre ai giornalisti, notoriamente pigri, un titolo già pronto: “La crisi? Ve la racconta l’ultimo romanzo di…”.
LA DISOCCUPAZIONE, PER ESEMPIO.
Concentratevi su un singolo aspetto della crisi economica ed evidenziate le sue implicazioni antropologiche, senza rinunciare alla satira di costume. Per esempio, potete affrontare il problema della disoccupazione con una storia cinica e grottesca, come quella che sto per proporre…
UNO SCRITTORE IN CRISI.
Albert Moore, scrittore di successo, è disperato. Il suo editore, per accontentare un deputato schierato con l’opposizione, gli ha commissionato un romanzo di impronta verista su un disoccupato vittima della crisi economica. Moore non può rifiutarsi, perché gli ordini non si discutono quando c’è di mezzo la politica, ma non sa cosa scrivere: 20 anni di romanzi d’azione gli hanno fatto perdere ogni contatto con la realtà.
LA CAVIA.
Per qualche tempo Moore non scrive nulla. Poi escogita un piano di rara malvagità. Chiede al suo editore di licenziare in tronco George Brown, un correttore di bozze preciso e affidabile con una lunga carriera alle spalle. George sarà la cavia dello scrittore. Gli fornirà una storia vera che sarà trascritta fedelmente, con la sola omissione dei dettagli riguardanti il licenziamento pilotato.
L’INVESTIGATORE PRIVATO.
Moore passa alla seconda fase del suo piano diabolico. Affida a Larry Winston, un investigatore privato, il compito di sorvegliare George. Vuole ottenere fotografie, filmati e testimonianze sulla catastrofe esistenziale causata dal licenziamento.
LA CADUTA DI GEORGE.
George si rivela un personaggio interessante. Dopo l’improvviso licenziamento il poveretto interpella diverse agenzie di collocamento, nella speranza di trovare almeno un impiego part-time. Tuttavia non ottiene neppure un colloquio, perché le imprese vogliono soltanto giovani di bella presenza. Alla fine viene lasciato dalla moglie (una donna volgare ed egoista) e diventa un barbone. Moore, al settimo cielo, scrive di getto due capitoli sulle disavventure di George. È convinto che la sua opera sarà un capolavoro.
L’IMPREVISTO.
Winston, grazie al suo fiuto, scopre la verità sul licenziamento di George. Troverà il coraggio di ribellarsi al suo cliente?
Mi piace.
L'unica cosa che un po' mi stona è forse il fatto che lo scrittore chieda all'editore di licenziare il povero George. Potrebbe ad esempio sabotare il lavoro di George per provocarne il licenziamento, o escogitare un altrettanto malvagio piano per costringere George a dimettersi (ricatti, robe così…).
Che ne dici?
Mi piace molto questa variazione. Io ho inserito la richiesta diretta all'editore perché ho immaginato uno scambio di favori: "Caro editore, tu mi hai costretto a scrivere un romanzo sulla disoccupazione per accontentare il politico X. Mi devi un favore". Però in effetti la tua idea arricchisce la trama. Il sabotaggio del lavoro del povero G. potrebbe offrire spunti comici!
Così potrebbe essere anche lo stesso editore ad accorgersi, poco prima di pubblicare il libro, del raggiro di Moore e trovarsi in un dilemma simile a quello che avrebbe l'investigatore: rendersi complice di una tale atrocità pur di compiacere il politico oppure denunciare tutto e tenersi onore e dignità? Questa seconda ipotesi potrebbe anche contemplare un happy end con George reintegrato come correttore di bozze, magari a correggere lo stesso libro di cui si è reso involontariamente protagonista (gran risate sui titoli finali). Oppure nel frattempo George potrebbe morire/essere ucciso/suicidarsi e rendere il tutto un filo più noir…
Tra le due preferisco sicuramente la prima, che trovo davvero opportuna: George che alla fine corregge il libro di cui è protagonista! Ottimo! In questo modo il cerchio si chiude nel migliore dei modi. George, secondo me, merita un happy end.
Mi sa che qui stiamo dimenticando Larry, però… Supponiamo che un giorno George cominci a sentirsi osservato. Un correttore di bozze è una persona abituata a badare ai particolari, così si accorge dei pedinamenti e dei controlli. Di andare alla polizia, nemmeno a parlarne: chi darebbe retta a un barbone? George decide di affrontare il pedinatore (tanto ormai che ha da perdere?), ma Larry è ansioso di sottrarsi al confronto per non compromettere incarico e ricompensa… un po' troppo ansioso: mentre scappa cade nella tromba di un ascensore in manutenzione. George trova la sua cartella, però, e nella cartella le prove delle macchinazioni di Albert – facilmente inquadrabili come reato. Adesso George potrebbe andare alla polizia, oppure no. Invece scrive a sua volta (e a tempo di record) un romanzo: la storia di uno scrittore che, in tempo di crisi, fa licenziare e spiare un ignaro correttore di bozze per trarne ispirazione… George non ha corretto bozze per decenni invano, e sa esattamente come modificare le circostanze, sostituire uno hint di teoria cospirazionista al retroscena editorial-politico e aggiungere una storia d'amore e qualche eccitante scena di pedinamento nella metropolitana di New York. Mentre Albert, privato della sua ispirazione, annaspa e procrastina, George finisce il suo libro, lo porta alla concorrenza e si assicura un contratto stratosferico. LA CAVIA (la crisi come non l'avete mai sentita raccontare)scala la classifica dei best sellers del New York Times, e il mondo letterario celebra la nascita di una nuova stella: G. H. Brown, l'uomo capace di mescolare thriller e attualità sociale in un cocktail esplosivo!
Grandissima! Tanto per cominciare, apprezzo il titolo: "La cavia" è perfetto. Apprezzo anche l'inseguimento e la morte dell'investigatore nella tromba delle scale: da brivido! Cari scrittori, le cose si mettono davvero bene per il vostro romanzo: ci sono tutte le premesse per un'ottima trasposizione cinematografica!!!