Sulla scia di Jack Spirofsky

Le nuove cronache di Jack Spirofsky, dai luoghi virtuali più disparati.

Jack aveva un dubbio atroce: “Sono nato prima io o lo scrittore?”
GI_GI_TO.

Jack stava morendo.
Vide una luce bianca.
Poi un tunnel.
Alla fine un uomo.
“Non è ancora la tua ora” gli disse Sean Connery.
Nonfaretardi.

Passò il pomeriggio chiuso in casa a mangiare frutta e bere molta acqua.
Eppure non guardava mai Studio Aperto.
Gli venne un terribile sospetto sull’autore.
Enzofilia.

Jack era così preso dalla trama che si dimenticò di esserne il protagonista.
Elena Bettazzoni.

Sapete qual è il limite dei libri di Jack? La fine della pagina.
Zip.

Era un campione nel nuoto agonistico tanto che si aggiudicò il titolo sul dorso
Simone Bellisai.

Jack provava una forte nausea, da mesi. Decise di andare da un medico. La diagnosi fu spietata: o aspetti un figlio, o sei in un libro di Fabio Volo.
LVIX.

Rimase intrappolato in una pagina per settimane; Il lettore aveva dimenticato di portare il libro in vacanza.
Copetruz.

Avrebbe voluto una vita diversa. Quel 42 non rispondeva alle sue aspettative
GI_GI_TO.

“Verso la fine iniziai a capire che era solo l’inizio” disse Jack ricordando il periodo in cui apprese la notizia del sequel.
Felliniano.

La donna della quale si era innamorato rimase tra le pagine chiare e le pagine scure. Maledetto rimmel.
Egyzia.

Lei voleva che Jack la portasse al mare. Lo voleva sopra ogni cosa. E lui la portò al margine.
LVIX.

“Jack, hai un refuso nascosto tra i cappelli.”
“Io non ho cappelli.”
GI-GI-TO.

Era un astronauta, un cuoco, un attore, un medico, un atleta, un… Era in un libro dimenticato tra i sogni nel cassetto.
Copetruz.

Si sentì come stretto in un abbraccio, ma erano solo due parentesi
Mara.

Fu solo quando gli misero in mano il siluratore deionizzante che a Jack venne il dubbio di non essere il protagonista di un romanzo neorealista.
Elena Bettazzoni.

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