Personaggi pazzi per romanzi allegorici.
Decise di dare alla realtà il beneficio del dubbio. Ma niente, quella continuava a esistere.
Evitava di parlare con i termosifoni. Non perché fosse sano di mente, ma in segno di rispetto
Ottenne l’infermità mentale in virtù della compilazione di alcuni moduli burocratici prima del fattaccio.
Quella dannata pillola potenziò le sue facoltà intellettive, consentendo alla gente di offendere la sua intelligenza.
La sua pazzia era evidente. Vedeva lati positivi nei posti più impensati, tipo l’Italia.
Si rimproverava di avere poca fantasia. Per questo denigrava i suoi amici immaginari.
Creava i mostri più sfortunati. Quelli che facevano sogni a occhi aperti. Quelli che pensavano di essere umani.
Era così solo che abbracciò una causa.
Cercava di ignorare lo scorrere del tempo. Faceva come gli struzzi. Nascondeva la testa sotto la sabbia di una clessidra.
Non esisti? Scoprilo con questo test. Il test non esiste ma tu lo hai compilato lo stesso? Non esisti.
Cercò di scoprire l’identità di quelli che puntavano su di lui. Non tradiva mai le aspettative a caso.
Per favorire una presa di coscienza sul danno arrecato al buon gusto dalla musica di Gigi D’Alessio, decise di compilare recensioni sui marciapiedi.
E il futuro gli rispose: “E così hai deciso di restare in Italia. Non vuoi proprio rendermi le cose facili, eh?”.
“Non ricordo il tuo viso, ma hai qualcosa di familiare. Quel dito! Lo riconoscerei tra mille!”
“Sono l’imbecille che indicava la luna”.
E allora disse: “Addio. Scappo via, lontano da qui.” La stanza era vuota. Meglio così. Non voleva piagnistei.
Prima di scappare via da quello sguardo impaurito disse: “Non sei tu, sono io”. E l’immagine allo specchio fece lo stesso.
Chiedeva indicazioni stradali alle coppiette per il gusto di congedarsi così: “Ops, ho interrotto qualcosa?”
Dormiva di giorno per dimenticare i sogni in orari inconsueti.
[L’Ideota]