Pazzi

Personaggi pazzi per romanzi allegorici. 

Decise di dare alla realtà il beneficio del dubbio. Ma niente, quella continuava a esistere.

Evitava di parlare con i termosifoni. Non perché fosse sano di mente, ma in segno di rispetto

Ottenne l’infermità mentale in virtù della compilazione di alcuni moduli burocratici prima del fattaccio.

Quella dannata pillola potenziò le sue facoltà intellettive, consentendo alla gente di offendere la sua intelligenza.

La sua pazzia era evidente. Vedeva lati positivi nei posti più impensati, tipo l’Italia.

Si rimproverava di avere poca fantasia. Per questo denigrava i suoi amici immaginari.

Creava i mostri più sfortunati. Quelli che facevano sogni a occhi aperti. Quelli che pensavano di essere umani.

Era così solo che abbracciò una causa.

Cercava di ignorare lo scorrere del tempo. Faceva come gli struzzi. Nascondeva la testa sotto la sabbia di una clessidra.

Non esisti? Scoprilo con questo test. Il test non esiste ma tu lo hai compilato lo stesso? Non esisti.

Cercò di scoprire l’identità di quelli che puntavano su di lui. Non tradiva mai le aspettative a caso.

Per favorire una presa di coscienza sul danno arrecato al buon gusto dalla musica di Gigi D’Alessio, decise di compilare recensioni sui marciapiedi.

E il futuro gli rispose: “E così hai deciso di restare in Italia. Non vuoi proprio rendermi le cose facili, eh?”.

“Non ricordo il tuo viso, ma hai qualcosa di familiare. Quel dito! Lo riconoscerei tra mille!”
“Sono l’imbecille che indicava la luna”.

E allora disse: “Addio. Scappo via, lontano da qui.” La stanza era vuota. Meglio così. Non voleva piagnistei.

Prima di scappare via da quello sguardo impaurito disse: “Non sei tu, sono io”. E l’immagine allo specchio fece lo stesso.

Chiedeva indicazioni stradali alle coppiette per il gusto di congedarsi così: “Ops, ho interrotto qualcosa?”

Dormiva di giorno per dimenticare i sogni in orari inconsueti.

[L’Ideota]

Notte buia e tempestosa

Le nuove cronache di Jack Spirofsky. Dai luoghi virtuali più disparati

Jack ritornerà su un e-book, con la sigaretta elettronica.
Tommy The Who.

Si sentiva costretto, schiacciato, privato di ricordi e sentimenti. In quel momento capì di essere in un Bignami.
Mauro Parolo.

Era pieno di certezze. Ma le perse in una macchia di caffè versato sulla pagina.
CMerode.

La crisi mordeva. E Jack soffriva, vedendo tutti quei personaggi nei cartoni, sotto la neve, licenziati dai loro autori.
Nonfaretardi.

Molte pagine furono strappate. Pensò di essersi liberato del passato. Ma dalle ristampe non fuggi, Jack.
Stefano per Nietzsche.

Jack spalancò gli occhi e vide una grande luce. Ma poi il lettore spense l’abat-jour, svelando la realtà. Non c’erano dubbi: era una notte buia e tempestosa.
L’ideota.

Jack sapeva esattamente cosa dirle, ma le parole sparivano dalla sua testa una dopo l’altra, inesorabilmente. Maledetta censura.
VentoTagliente.

Jack s’innamorò di una donna molto più grande di lui: la lettrice.
L’ideota.

Prima di uscire in un volume rilegato, volle incontrare Linus. Passarono ore a parlare della copertina.
Egyzia.

Il lettore perse il segnalibro e Jack fu costretto a tornare sui suoi passi.
L’ideota.

Dopo tante avversità, il lieto fine della storia lo colse di sorpresa. Fu in quel momento che capì di essere in un libro.
Michael Paganelli.

“Jack, stavolta perderai” “Come lo sai?” “Hai sempre vinto e questa è l’ultima partita. Nei romanzi funziona così”
L’ideota.

Jack indicò la luna, ma il lettore guardò l’indice.
VentoTagliente.

Prese carta e penna. Poi cominciò a scrivere il libro nel libro. Voleva essere autore e protagonista della propria storia.
Nicolò Campagnoli.

Sono neolaureato, meritevole e capace: non ci metterò molto a trovare lavoro, disse Jack tra le pagine di un libro di favole.
Carmela Calzone.

Essendo un tipo pratico e risoluto, Jack andò dritto al punto. Ma quella volta gli andò male, era interrogativo.
Enzofilia.

Suo padre gli diceva sempre: “Fallito, non sarai mai qualcuno”. Ma ora Jack è il protagonista. Come la mettiamo, papà?”
VentoTagliente.

Jakc si illuse di essere un nuovo lato del protagonista, un risvolto psicologico imprevisto. Ma era solo un errore di battitura.
Diego Batelli.

Sapeva che avrebbe vissuto attimi irripetibili. Almeno fino alla prima ristampa.
GI_GI_TO e L’ideota.

Satira

Trame satiriche che ho disseminato nei luoghi virtuali più disparati. Per scrittori arrabbiati.

Un collezionista di fallimenti fa un lungo viaggio per conoscere il suo idolo: Bersani.

Un feroce dittatore perseguita le persone intelligenti. Un uomo, per non farsi scoprire, finge di essere un fan di Gasparri.

Dopo le minacce della Corea del Nord agli Usa, molti territori piccoli si ribellano a quelli più grandi. Il Lussemburgo attacca un campo di grano.

La madre di un parlamentare del PDL fa perdere le sue tracce. Il commissario: “Cercate fra le donne in perenne stato interessante”.

Uno strano virus trasforma italiani pigri e stanziali in accaniti giramondo. Unico indizio: le vicende parlamentari.

Ladro gentiluomo ruba tutte le biro dall’ufficio del presidente Napolitano per impedire altri 7 anni di firme.

Furto in casa di Renzo Bossi. Il commissario: “Fai analizzare questo libro: appartiene sicuramente al ladro”.

Un produttore di plastici in crisi di coscienza. La trasmissione di Bruno Vespa è a rischio. Nessuno si mobilita per salvarla.

Hanno sabotato l’industria dei fertilizzanti. Ma un eroe dirotta i camion che trasportano copie di Libero per salvare l’agricoltura.

Par un incantesimo la sfiga viene eliminata. Rovinata la conferenza mondiale sulla legge di Murphy. Relatore licenziato.

Ingenui

Ultime parole famose per storie di azione. Personaggi che rischiano la vita a causa della loro ingenuità.

C’erano due uomini in quel parco. Il più giovane consegnò all’altro una borsa e ricevette in cambio una pietra luccicante, che aveva l’aria di essere preziosa. Winston li vide da lontano, per caso, con il binocolo che usava per fare birdwatching. S’interrogò sul costo eccessivo delle borse firmate e scosse il capo. Gli uomini lo notarono e s’incamminarono nella sua direzione, con l’evidente intenzione di socializzare.

Flint si accorse con disappunto che quello strano ticchettio proveniva dalla sua valigia. Odiava le diavolerie moderne e i loro effetti sonori. E pensare che si era tanto raccomandato con Tom, il negoziante, quando l’aveva acquistata: “Voglio una valigia normalissima”. Ma lui niente, doveva sempre rifilargli qualche aggeggio strano. Come se la sua vita non fosse già abbastanza complicata. “Domani mi sente”. L’ultimo pensiero di Flint fu proprio così: rivolto a un giorno che non sarebbe mai arrivato.

In banca entrò un uomo con la calzamaglia sulla faccia. “Forse ha ragione lui – pensò Paolo – la crema protettiva non basta contro le zanzare milanesi”.

“O la borsa o la vita”, disse l’uomo. E Jack s’innervosì. Odiava quelli che gli sottoponevano dilemmi esistenziali di prima mattina. “Senza soldi non si vive”, rispose bruscamente allo sconosciuto. E fu fiero della sua frase intelligente. Rimase in attesa di un complimento, che però non arrivò. Il suo misterioso interlocutore non disse una parola e mise una mano in tasca, come per estrarre qualcosa. Forse si era commosso e aveva bisogno di un fazzoletto. Il nervosismo di Jack aumentò: odiava i frignoni.