Cura Ludovico

Torna “Traumi”, la rubrica dedicata ai motivi che possono spingere i vostri personaggi a uccidere. Questo è il post precedente.

I morti non sbagliano una mossa. Per questo uccide.

Vuole combattere gli inestetismi dell’invecchiamento. Per questo uccide.

Ma lo sai che hai uno sguardo seducente quando ti passa tutta la vita davanti? Per questo ti uccide.

I morti non votano. Per questo uccide.

Non ha il coraggio di licenziarli. Per questo li uccide.

Nel tentativo di sopprimere l’istinto omicida del paziente con la cura Ludovico, come nel film “Arancia Meccanica”, ci siamo confusi. Abbiamo inserito nel video terapeutico la discografia di Alessandra Amoroso al posto della Nona di Beethoven. E ora il soggetto vuole uccidere anche i cantanti italiani.

Maltempo

Personaggi che non sanno affrontare il maltempo. Un po’ come Alemanno.

La pioggia lo costrinse a rifugiarsi in un bar. Gli serviva un posto in cui dimenticare l’ombrello.

Si guardò allo specchio. Era calvo, come sempre. Cercò di non pensarci. Dopo la doccia fece colazione e sfogliò il giornale: le previsioni annunciavano un forte vento. Allora decise di non uscire. Odiava ciò che scompigliava i capelli degli altri.

S’innamorò a malincuore durante una grandinata. Di quelle che ti costringono a cercare un riparo. Ecco, – si disse – un altro contrattempo. Di questo passo non conquisterò mai il mondo.”

Quella nevicata fu una delle sue preferite. Capitò mentre si trovava da tutt’altra parte.

Come tutti gli assassini amava la pioggia. L’acqua cancellava le tracce. E il suo ombrello aveva una punta così affilata che non serviva altro. Era un gran bell’uccidere con quell’arma. Ma quel giorno scivolò su una pozzanghera.

Dialoghi lunari

Dialoghi surreali. Tratti da cose che ho scritto nei luoghi virtuali più disparati. Sulla scia di Massimo Cavezzali

“Chi sei?”. “Sono uno dei tanti ombrelli che hai dimenticato.” “E come mai mi compari in sogno?” “Perché tanto dimenticherai anche questo.”

“Sono il tuo orgoglio.” “Dove sei? Non ti vedo.” “Sono sotto i tuoi piedi.”

“Posso avere uno di quei… come si chiama? Uno di quei cosi che fanno sopportare il risultato elettorale…” “Un biglietto aereo?” “Ecco!”

“Sono una delle tue maschere. Presto, indossami!” “Come mai?” “Sta arrivando gente.”

“Come ti senti?”, chiesi al mio amico immaginario. “Non ho niente.” “Lo so. Ti ho immaginato così.”

“Sono il tuo disfattismo.” “Ciao, non avrei mai pensato di vederti qui.” “Lo so, ho fatto un buon lavoro.”

“Posso entrare?” “Chi sei?” “Sono uno che dice sempre la verità.” “Non fare complimenti.” “Non c’è pericolo. Sarebbero bugie.”

“Vendo illusioni”. “Costano poco?” “Vedo che non hai bisogno di me.”

“Chi sei?” “Sono il tuo spirito di osservazione.” “Non ti avevo notato.” “Così mi fai sentire come se non esistessi.”

“Vuoi provare il brivido di odiare qualcuno al costo di soli 9 euro? Firma qui.” “Ho firmato. Chi odio?”. “Me, sono 9 euro al giorno.”

“Ciao, sono la tua pigrizia. Alzati e vieni e rendermi omaggio.” “Non cado in questi trabocchetti.” “Sono fiera di te.”

“Vendo insonnia.” “Come ti pago?” “Con i pesci che prenderai al posto mio.”

“Chi sei?”. “Sono il tuo passato”. “Non ti avevo riconosciuto. Sei ingrassato”. “La colpa è tua: continui a darmi peso.”

“Chi sei?” “Sono una giornata appena trascorsa.” “Cosa vuoi da me?” “Impedirti di cancellare il mio ricordo per non farti dormire.”

“Ehi, dico a te. Avvicinati. Ho del buon senso. Ne vuoi?” “Perché parli a bassa voce?” “Ti sbagli, sono gli altri che urlano.”

“Ciao, sono il tuo incubo peggiore.” “Mi somigli molto.” “Un bel problema, eh?”

“Siamo soldi.” “E’ un piacere conoscervi, finalmente. Vi fermate un po’ da me?” “Ti trovi in Italia?” “Sì.” “Mi spiace, dobbiamo andare.”

“Fornisco alibi. Ti interessa?” “Ho solo 2 euro.” “Troppo poco. Per quella cifra ti posso procurare scuse ridicole come ‘Me lo impedisce la mia religione’ o ‘A mia insaputa’. Mi spiace.”

“Guardate, è il lato positivo. Sta scappando”. “Dannazione, ha passato la dogana.”

“Chi sei?” “Sono una tua gaffe.” “E’ gentile da parte tua annunciarti.” “Ti sbagli. Non ti sei accorto di nulla, eh?”

“Sono un tuo errore.” “Cosa ci fai qui?”. “Questo è il conto, signore.”

“Ciao, sono il tuo metro di giudizio”. “Fai schifo”. “Grazie.”

“Posso fare come se tu non ci fossi?” “Certo.” “Qualcuno ha parlato?”

“Mi presento: sono la tua immaginazione.” “Cosa ci fai qui?” “Dove ho sbagliato con te?”

“Posso travisarti?” “Ma certo” “Un ‘no’ sarebbe stato più che sufficiente.”

“Ciao.” “Chi sei?”. “Sono la tua seconda opportunità.” “Ma io non ho avuto neanche la prima.” “Infatti ti stavo solo salutando.”

“Sono una scadenza.” “Puoi tornare più tardi?”. “Siete tutti uguali, voi italiani.”

“Guarda, un fantasma!”. “Non sono un fantasma! Sono la tua pensione”. “Appunto.”

“Chi sei?” “Sono il portavoce dei tuoi buoni propositi.” “Hai qualcosa da dirmi in questo periodo?” “No.” “Lo immaginavo.”

“Vorrei che tu fossi qui” dissi al mio futuro. “Mi spiace, io in Italia non ci vengo,”

“C’è qualcuno per te.” “Chi?” “L’epilogo.” “Lo sapevo: una fine annunciata.”

PS A distanza di tempo, ho aggiunto questa precisazione: “Sulla scia di Massimo Cavezzali”. Ho trovato le vignette di questo fumettista bravissimo (lo trovi QUI), il quale da anni costruisce dialoghi fra stati d’animo, concetti metafisici e persone. E alcuni degli scambi di battute che ho inventato ricordano lo stile di certi suoi dialoghi (ecco un esempio), anche se forse i miei non sono altrettanto belli. Quindi è mio dovere citarlo come maestro e precursore, senza dimenticare Giacomo Leopardi e le sue Operette Morali.

Era meglio il libro

Le ultime cronache di Jack Spirofsky, uno che non esiste. Dai luoghi virtuali più disparati.

Vorrei mettere l’accento sul Capitolo nel quale Jack smise di opporre resistenza e accettò di sposarsi. Capitolò.
Egyzia

E Jack disse al suo autore: “Basta telefonate. Scrivimi!”
Zip

L’abbondanza di note convinse Jack che stavolta l’autore non stesse procedendo a tentoni. Ma certo! Aveva un piano!
Manyskills

“Ehi, Jack”; “Dimmi, Jack”; “Sei diventato schizofrenico, Jack”; “Ma smettila, Jack. E sparisci!”; “E’ questo il punto, Jack”.
Andrea Cedrola

Non riusciva a lavarsi: riempiva la vasca per fare il bagno, ma questa si svuotava ogni volta di 30cl/s. Era in un libro di fisica.
Claudio Fantuzzo

Jack non amava essere sottovalutato. Maggiorava personalmente, con uno sbianchetto e un pennarello, il prezzo di copertina.
LVIX

Tentò di alzarsi in piedi, ma sbatté la testa. Cercò di allungare le gambe ma ancora non riuscì. Odiava quel tascabile.
Alessandro Tatti

Nel preciso istante in cui gli stamparono un prezzo addosso, Jack capì che sarebbe finito inesorabilmente in una cassa.
Alessandra Esse

Jack trovò qualcosa da ridire. L’autore si era dimenticato di aver già scritto quel dialogo.
L’ideota

“Queste righe mi ingrassano”, disse Jack.
UtoePia

Era molto ambizioso. “Un giorno – mi disse – starò sugli scaffali delle librerie di tutto il mondo”.
Enzofilia

Jack non voleva giustificarsi, tutto quello spazio gli dava una sensazione di vuoto.
GI_GI_TO

Improvvisamente inciampò e cadde un paio di metri più avanti. A quel vecchio libro, a quanto pare, mancava una pagina.
Alessandro Tatti

Uscì in edicola, con tutte quelle testate. Poi andò a medicarsi la fronte sanguinante.
VentoTagliente e l’Ideota

Jack chiamò la scientifica. Purtroppo la scena del crimine era contaminata dalle impronte digitali del lettore.
Nonfaretardi

Jack, è inutile che cerchi di ragionare con la tua testa, c’è sempre chi lo farà per te.
GI_GI_TO

Jack non si svegliò con la febbre, Jack non si fece la barba, Jack non si lavò i denti. (Non inizierà così il prossimo romanzo).
Roberto Mantovani

Lo arrestarono assieme a quel politico coinvolto nello scandalo corruzione. Era finito nel suo libro-paga.
S528Trooper

Aveva speso tutto. Era quasi al verde. Per fortuna era vicina la pagina 27.
Miciomannaro

Finì in un giallo pieno di vittime e senza colpevoli. Dopo una lunga indagine scoprì la verità: la storia era ambientata in Italia.
L’ideota

Stava indagando in incognito su una banca. Tirò un sospiro di sollievo quando capì che non sapevano niente sul suo conto.
Enzofilia

“Jack, ci incontriamo spesso, il mondo è piccolo”. “Forse non si tratta del mondo, ma del libro”
L’Ideota

‘Jack, vorrei chiederti un aiuto’. ‘Non posso, ho le mani rilegate’.
GI_GI_TO

Era il protagonista di in un libro intitolato: “I miei sogni”. Poi il lettore mise il libro in un cassetto.
L’ideota e Utoepia

“Jack, non penserai di cavartela con così poco?” . “In che senso?” . “Questa sarà una trilogia”.
Simone Polenghi

Iniziava a piovere. Non era previsto! Con le nuove scarpe, nere e lucide, Jack alzò lo sguardo verso il cielo. E uscì il sole.
Il corniciaio