Ingratitudine

Questa volta, cari scrittori, parliamo di ingratitudine, un triste fenomeno che riscontriamo nella vita di tutti i giorni. Per romanzi che fanno riflettere.

Padre Herbert era un predicatore molto carismatico. A suo giudizio, l’accidia era il peccato più deplorevole. Un giorno il suo sermone fu ascoltato di Jim, un ladro inattivo da anni per pigrizia. “Quell’uomo ha ragione, devo scuotermi dal torpore”, pensò Jim. E decise di tornare alle vecchie abitudini, anche se con i soldi guadagnati in anni di furti poteva permettersi di oziare. Per prima cosa rubò la cassetta delle offerte raccolte da Padre Herbert.

Johnny teneva un corso di autostima molto efficace. Un giorno Jim, il ladro di prima, decise di frequentare le sue lezioni. Jim era reduce da un fallimento: la vittima designata, una donna molto muscolosa che possedeva una collana di diamanti, era riuscita a metterlo fuori combattimento, costringendolo a una precipitosa fuga. Per questo non rubava da tempo. Ma Johnny lo sostenne, lo spronò, gli fu vicino. Jim, grazie a lui, ritrovò in breve tempo la fiducia in se stesso. Per prima cosa rubò gli incassi del corso.

Gli insofferenti

Torna “Traumi”, la rubrica dedicata ai motivi, quasi sempre surreali, che scatenano la follia omicida dei tuoi personaggi. Questo è il post precedente

Ora sa che la sua banca non è differente. Per questo uccide.

Ha scoperto l’ammontare dello stipendio di Gasparri. Lo ha letto sul giornale. Gasparri, capite? Lo pagano. E molto. Per fare quel che fa (cioè nulla di buono). Jack è sconvolto. Per questo uccide.

Ammira la pacatezza dei defunti. Per questo uccide.

Colleziona sconfitte tutti i giorni. E quando riesce ad avere la meglio non vuole concedere la rivincita. Per questo uccide.

Gli hanno offerto una stage gratis. Per questo uccide.

Gli fanno visita di rado. E quelle rare volte vogliono andarsene troppo presto. Hanno fretta di raggiungere chissà quali cose. Dicono che qualcuno li sta aspettando. Qualcuno a cui tengono. Ma nessuno tiene a lui. Per questo uccide.

I morti non badano alle apparenze. Per questo uccide.

Oblio

Personaggi che saranno dimenticati da altri personaggi. Per libri che non vogliono farsi dimenticare.

Si dimenticarono di lui perché aveva finto di dimenticarsi di loro, nel tentativo di attirare l’attenzione.

Si dimenticarono del suo nome. Perché quel nome era segnato in qualche foglietto volante, o su qualche agenda dimenticata. Perché aveva conosciuto persone che non riuscivano a mettere insieme nomi e facce. Oppure perché era scappato via, silenziosamente, durante una festa in cui nessuno l’aveva notato. Ecco, forse era questo il vero motivo: era scappato via, in un paese che tutti dimenticano; in Lussemburgo.

Si dimenticarono di lui perché lavorava di notte e dormiva di giorno. E vedeva la gente diurna al crepuscolo, per un attimo, come capita agli amanti del film “Ladyhawke”. Alla fine fingevano di non vederlo, per non perdere tempo. Erano veloci. Più veloci di lui.

Gli avventori del bar si dimenticarono di lui perché faceva l’errore di fermarsi a pagare per tutti, mentre gli altri ne approfittavano per allontanarsi. Per ironia della sorte, con i soldi risparmiati grazie a lui, si divertivano senza di lui.

Nessuno conservò il ricordo della sua faccia, perché la prima impressione è quella che conta, ma è anche quella che si dimentica. E lui incontrava la gente una sola volta, per vendere i suoi elettrodomestici in giro per il mondo.

Colpi di scena

Colpi di scena per romanzi in cui non tutto è come sembra

Per interi capitoli fu accusato il maggiordomo. Poi venne fuori che l’uomo non era un maggiordomo ma un poeta crepuscolare. E questo fatto fu considerato una circostanza attenuante.

Sembrava un romanzo rosa, ma alla fine si rivelò un una storia di fantascienza. Dopo mille equivoci e peripezie, James e Wendy convolarono a giuste nozze. Poi si misero in viaggio su una macchina del tempo, per stabilirsi nel millennio precedente. E vissero tutti felici e contenti, in un’epoca in cui molti pensavano ancora di avere un futuro.

Ed ecco un deragliamento, un ribaltamento delle regole. Perché un post sui colpi di scena, per coerenza, deve terminare in modo inaspettato. Per la prima volta, in occasione del Blogging Day organizzato da Donne Viola, il blog esce dalla finzione e affronta la realtà. Questo post è dedicato a Rossella Urru, al suo sguardo limpido e al suo impegno per un altro mondo possibile. Sono passati più di 4 mesi dal giorno in cui Rossella è stata sequestrata, per mano del “Movimento unito per la Jihad in Africa occidentale”. È stata rapita, con due cooperanti  spagnoli, mentre lavorava in un campo profughi, al servizio del prossimo e per la pace. A lei e alle altre persone private della libertà mando un abbraccio commosso. E a voi, gentili lettori, chiedo di non dimenticarla. Parlatene, raccontate la sua storia. Speriamo di rivedere presto il suo sorriso. Questo è il colpo di scena che tutti vogliamo.