Dipendenti

Qui non si parla di lavoratori dipendenti. L’argomento è fuori moda, in questo secolo iniziato sotto il segno della precarietà. I dipendenti, chiamati in causa dal titolo, sono personaggi che non possono fare a meno di qualcosa. Per romanzi in cui i lettori si rispecchieranno. Perché tutti abbiamo qualche dipendenza.

Si svegliò all’improvviso in crisi di astinenza. Era la sua decima notte senza incubi. Kurt non poteva stare senza incubi. Erano la sua fonte di ispirazione per la ricerca di nascondigli.

La sua dipendenza dalla cucina norvegese diventò preoccupante. Anche perché si era stabilito da tempo in Italia.

Aveva il brutto vizio di costruire castelli di sabbia nelle pianure nebbiose. Trascurava gli affetti e il lavoro per dare sfogo alla sua passione. Ma doveva procurarsi la materia prima. In mancanza di soldi per viaggi in località marittime, cominciò a rubare clessidre di grandi dimensioni. Ma fu scoperto e arrestato grazie alla soffiata di un commesso.

Diceva a tutti che il freddo era la sua droga, che poteva affrontare lunghi viaggi alla ricerca di sentieri ghiacciati. Quando il vento gelido era implacabile si sentiva attaccato alla vita. Ed era bello trovare riparo in una caffetteria. Forse, dopo tutto, era il conforto di una cioccolata calda in un posto affollato quello che veramente cercava.

Killer app

Abitano sotto il letto di quelli che serbano il ricordo di una fiaba nera: sono vampiri, morti viventi, lupi mannari, bambole assassine, uomini ustionati che infestano i sogni. Li abbiamo temuti e forse, segretamente, li abbiamo amati.

IL PROBLEMA.
Questi mostri hanno un terribile difetto: sono sempre gli stessi. Ne servono altri, per romanzi da cui saranno tratti film horror. Perché i nostri incubi hanno bisogno di un ricambio generazionale.

AFFAMATI E FOLLI.
Tutti ricordano le parole di Steve Jobs: “Siate affamati, siate folli”. Almeno 1.000.000 di persone, prima di me, hanno associato questa celebre frase al cannibalismo. Qualcuno ha scritto su Spinoza che il motto in verità è stato coniato da Jeffrey Dahmer, il mostro di Milwaukee. Forse è un segno: lo spirito del tempo esige mostri postmoderni, creati dalle nuove tecnologie.

TOUCHSCREEN.
Ecco la mia idea di oggi: l’applicazione per iPhone maledetta. Chi tocca l’icona sul touchscreen diventa un assassino cannibale, fedele al comandamento di Jobs. Insomma: siamo di fronte a una vera killer app.

INTERROGATIVO.
Riusciranno i nostri eroi, capeggiati da un impavido programmatore, a disinstallare l’applicazione?

INCIPIT.
Quelli della Apple non sono superstiziosi. È appena uscito l’iPhone 13

I persi

Questi sono personaggi che si sono persi. Ma possono ritrovare la strada in un racconto pubblicato sul sito La Piccola Volante. Scopri qui come.

Si era perso alla ricerca di un luogo senza televisori.

Forse comprare la bussola da un uomo poco raccomandabile non era stata una buona idea.

Si persero le sue tracce in una coda alle poste.

Si rese conto che la sua guida non era esperta quando vide le prime paludi.

Scoprì con disappunto gli effetti dell’umidità su una mappa del tesoro.

Capì troppo tardi di aver chiesto le indicazioni a un uomo che ce l’aveva con il mondo.

La località non era conosciuta da nessuno. Forse perché non esisteva.

I sommessi

Personaggi che hanno paura di disturbare. Per romanzi che vogliono nascondersi sugli scaffali.

Faceva tardi perché misurava i passi per renderli silenziosi.

Temeva di recar fastidio con la sua sveglia e allora scelse una suoneria quasi impercettibile. Alla fine non vide l’alba, come al solito.

Si recava sempre sul luogo dell’evento, prima di partecipare. Studiava le pareti e poi comprava un abito dello stesso colore, nella speranza di diventare invisibile al momento giusto.

Parlava volentieri durante i temporali, quando il cielo era solcato dai fulmini e c’erano mille tuoni. Così le sue parole erano coperte dal frastuono.

Farlo sentire di troppo era il loro modo di volergli bene. E lui preferiva non essere amato.

Saltava i pasti per non pesare sugli altri.