Sul confine

Personaggi che vengono considerati pazzi. E forse lo sono. Per romanzi che esplorano confini.

Sabotava anemometri fin da piccolo. Non voleva conoscere la forza del vento.

Martin comprese la pericolosità dei numeri e cominciò a evitarli.

Chiese a tutti di chiamarlo “barometro” e non spiegò mai il perché.

Dopo l’incidente cominciò a vedere piste ciclabili dappertutto. Persino a Milano.

Frank non voleva ammazzare le zanzare: voleva solo spaventarle.

John aveva paura degli alberi volanti e non ascoltava quelli che cercavano di rassicurarlo. Gli dicevano che non c’era nulla da temere, perché alberi così non si erano mai visti. Ma John temeva soprattutto le cose inesistenti.

Jeff salutava la gente, anche in metropolitana. Ed era gentile. Tutte cose non previste dalle regole.

Destava sospetti perché giudicava le persone secondo i meriti.  Quella volta fece i salti mortali pur di pagare le tasse, ignorando il parere contrario di amici e parenti.

Assassini

Torna “Traumi”, la rubrica dedicata ai motivi (a volte futili) che scatenano la follia omicida dei tuoi personaggi. Per thriller che balzeranno in testa alle classifiche. Questo è il post precedente).

Si parlò a lungo di quel crudele studio scientifico. I ricercatori volevano mettere alla prova i suggerimenti di Riza Psicosomatica, la famigerata rivista di Raffaele Morelli, sperimentandoli su esseri umani senza colpe. Anthony era una delle cavie. Per questo uccide.

Era un tecnico del suono. Lavorava per Marco Carta. Quelle canzoni non lo abbandonavano mai. Per questo uccide.

Per dieci anni fu imprigionato in un labirinto burocratico, tra carte bollate e persone che negavano di essere competenti in materia. Per questo uccide.

Le zanzare erano considerate animali sacri da suo padre. Per questo uccide.

Windows lo ringraziò per aver segnalato l’errore. Ma lui era stanco di ringraziamenti. Per la centesima volta aveva perso ore di lavoro. Gli passò la voglia di riaccendere, ma non quella di spegnere. Per questo uccide.

Mal d’amore

Fidanzamenti rotti in modo assurdo. Per romanzi tragicomici.

“I tempi cambiano”, pensò Wendy quando fu lasciata grazie a un’applicazione dello smartphone.

Mancavano pochi secondi all’ultima ripresa, quella decisiva. La sua fidanzata si avvicinò all’angolo e gli sussurrò all’orecchio parole poco incoraggianti: “Mi dispiace: è finita”.

C’era una scritta, sulla torta di compleanno: “Il nostro rapporto non può funzionare: 100 di questi giorni”.

La segreteria di Lara era cambiata: “In questo momento non ci sono. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico. Sei sei James, non richiamare. Mi sono innamorata di Tom”.

Aveva cancellato il tatuaggio con il laser. Le mostrò quello nuovo. Non c’era più il suo nome.

Nella prima pagina del libro c’era una dedica: “A Cindy, la mia nuova fidanzata. Kelly, mi spiace, avrei dovuto dirtelo”.

L’ultimo punto sulla lista della spesa, compilata da John con la sua grafia impeccabile, la lasciò interdetta: “Ho indicato quantità inferiori al solito perché al tuo ritorno non ci sarò. Vado a vivere con un’altra donna”.

Il mio aereo sta partendo”. “Ma caro, credevo fosse il nostro”. “Ti sbagliavi”.

Nota: l’uomo dell’ultima storia non aveva voglia di farsi la valigia. E gli serviva un passaggio all’aeroporto, perché la sua patente era stata ritirata da un vigile incorruttibile. La fretta di raggiungere l’amante può giocare brutti scherzi.

Finzioni

Se ne parla ogni anno sui giornali. Nelle nostre città, durante l’estate, si nascondono fantasmi che amano la luce artificiale e il rumore dei televisori ultrapiatti: si tratta di coloro che fanno credere al mondo di essere al mare, in posti esotici, mentre in realtà sono confinati tra le mura domestiche, con le tapparelle abbassate. Su Wired c’è addirittura un articolo dedicato al fenomeno, con tanto di consigli per non farsi scoprire.

L’AGENZIA.
Cari scrittori, la trama di oggi offre spunti narrativi e idee imprenditoriali. Che ne dite di un’agenzia di falsi viaggi?

MARK.
Mark Grossman era un agente della CIA. Oggi mette le sue competenze al servizio dei finti vacanzieri. Sa bene che la pianificazione di una situazione apparente non è cosa per dilettanti. Ci vuole l’esperienza di un agente segreto, capace di confondere le tracce e allestire un gioco di prestigio. Occorrono lampade abbronzanti (come suggerisce Wired), fotomontaggi, depistaggi e complici prezzolati. Spesso bisogna insonorizzare le pareti di casa, dato che in agosto, in assenza del traffico, molti si fermano ad ascoltare. L’agenzia garantisce la massima discrezione e offre ai clienti l’approvvigionamento di cibo, libri, DVD, bambole gonfiabili e altri mezzi di intrattenimento.

I CLIENTI.
Le tariffe dell’agenzia non sono a buon mercato, quindi i clienti che evitano i viaggi reali non lo fanno per risparmiare. Si barricano in casa perché hanno bisogno di quiete e isolamento, dopo mesi di incombenze e riti sociali. Forse temono il mondo, oppure soffrono di una lieve e temporanea agorafobia. Forse restano fermi per allontanarsi da quelli che si muovono. Vogliono andare in letargo per qualche settimana, protetti da porte blindate e pareti di cemento, e non hanno il coraggio di confessare questa debolezza ad amici e parenti. La gente non è capace di perdonare il pallore estivo.

SPARIZIONI.
Due clienti dell’agenzia spariscono nel nulla e Mark non ha intenzione di informare la polizia: il suo codice deontologico (che non coincide con la morale) gli impone di non svelare il loro segreto a nessuno. Per prendere tempo e non destare sospetti, diffonde notizie su un improvviso prolungamento delle loro vacanze. Intanto svolge indagini per conto suo. Dopo tutto è una ex spia.

IL SERIAL KILLER.
La colpa delle misteriose sparizioni è di un assassino, anche lui ex agente della CIA. L’uomo è sempre sulle tracce di finti vacanzieri, che uccide senza timore di essere scoperto: le indagini della polizia si concentrano a lungo su paesi esotici che le vittime non hanno mai visitato, mentre lui ha tutto il tempo di inquinare le prove. Ma ora deve vedersela con Mark.