Dimenticanze

La mia giornata ha un ritmo scandito dalle piccole dimenticanze: penne, occhiali da sole, documenti, appuntamenti, persone da richiamare e soprattutto ombrelli. Non penso di essere un caso esemplare, da studiare nei seminari freudiani. Credetemi, sono in buona compagnia, anche se pochi sono disposti ad ammettere di essere distratti. Il mondo è abitato da milioni di svagati. Tuttavia nei romanzi troviamo quasi sempre personaggi che non dimenticano nulla, o quasi. I momenti di distrazione, nei libri, sono dosati con il contagocce: quando capitano, sono accompagnati da una sottolineatura, perché esistono solo dimenticanze decisive o dirompenti nei romanzi. Eppure si potrebbe raccontare la storia di un uomo, neanche troppo distratto, passando in rassegna le sue piccole dimenticanze quotidiane, facendo intuire che forse esiste un filo conduttore, o una spiegazione nascosta, per questo incessante stillicidio. Può essere un’idea, che forse svilupperò in futuro. Per ora mi limito a proporre qualche incipit.

Dimenticare una preziosa stilografica a casa di Frank ha un inconveniente: la necessità di tornare a casa di Frank.

Spendo 50 euro al mese in sciarpe, ma non sono un collezionista.

Per ricordare gli oggetti ho cominciato a dimenticare le persone.

Dimentico troppi ombrelli perché smette di piovere troppo presto, o perché le nuvole non mantengono le promesse.

Forse è colpa degli oggetti. La verità è che vogliono essere dimenticati da me.

I mostri

All’inizio era solo un post. Ora è una rubrica, che sarà aggiornata quando meno te lo aspetti, per futuri bestseller che parlano di assassini seriali. Sarà uno spazio dedicato ai traumi che possono scatenare la follia omicida dei tuoi personaggi. Sei pronto?

Il suo amico immaginario, un clone di Fabrizio Corona, lo ricattava millantando l’esistenza di foto compromettenti. Per questo uccide…

Suo padre si presentò all’anagrafe ubriaco e all’ultimo momento decise di chiamarla “Vittoria Leghista”. Per questo uccide…

Una volta si dedicò con fiducia alla ricerca di un parcheggio. Dopo tre giorni la sua mente andò in mille pezzi. Per questo uccide…

Era il precettore di Mario Borghezio e non sopportava i fallimenti professionali. Per questo uccide…

Fu la prima vittima di una legge che conteneva nuovi rapporti di lavoro atipici, come il contratto di stakanovismo scoordinato e occasionale. Per questo uccide…

Il suo maestro di catechismo era un discepolo di Rocco Buttiglione. Per questo uccide…

L’inizio e la fine

Incipit e finali per fiabe ambientate in Italia

C’ERA UNA VOLTA…

C’era una volta un mago molto cattivo che inquinava il cielo con gli incantesimi delle sue fabbriche.

C’era una volta una mappa del tesoro che somigliava alla cartina geografica della Svizzera.

C’era una volta un uomo che faceva sparire le cose. Era facile prevedere, per un simile talento, una brillante carriera nel ministero dell’interno.

C’era un volta un castello delle fate incompiuto, a causa di un appalto truccato.

E TUTTI VISSERO…

E tutti vissero felici e contenti, perché il tesoro era al sicuro in un paradiso fiscale.

E tutti vissero nell’attesa di un televisore ultrapiatto.

E tutti vissero nella speranza di diventare calciatori o veline.

E tutti vissero per anni in una tendopoli.

Il sosia

Lo scambio di persona tra l’uomo di potere che vuole sottrarsi ai suoi doveri e un sosia trovato per caso, spesso di umile estrazione sociale, è un cliché intramontabile. Da “Il principe e il povero” di Mark Twain al film “Dave – presidente per un giorno”, non si contano le storie appartenenti a questo filone. Ora tocca a voi, cari scrittori.

PHIL ROBINSON.
Ecco il protagonista che cercate: il doppiogiochista crudele, in bilico tra vizi privati e pubbliche virtù. Il suo nome, Phil Robinson, è molto noto nel suo paese. Tutti sanno che è un senatore molto influente, rampollo di una famiglia di alto rango.

L’ULTIMA MOSSA DI PHIL.
Di recente, per dare visibilità alla sue battaglie, Phil ha scelto una radicale forma di protesta: lo sciopero della fame.

PUBBLICHE VIRTÙ.
Phil è stimato persino dagli avversari politici, che segretamente ammirano la sua coerenza. I giornalisti farebbero carte false per ottenere un’intervista da lui. L’opinione pubblica, sondaggi alla mano, è dalla sua parte. E tutti sono preoccupati per la sua salute: lo sciopero della fame dura ormai da un mese.

VIZI PRIVATI.
Phil non è quel che appare: lo sciopero della fame è una faccenda troppo seria per quelli della sua risma. Stiamo parlando di un uomo pieno di vizi, che non ha intenzione di rinunciare alla buona cucina. Per fortuna c’è una persona disposta a farlo al suo posto: Robert Edwards, un sosia perfetto.

LE MOTIVAZIONI DI ROBERT.
Perché Robert si presta al gioco di Phil? Cosa lo spinge a mortificare il corpo, mettendo a rischio la salute? Avete l’imbarazzo della scelta, cari scrittori: un ricatto può andar bene.

SVILUPPI.
Mentre Robert partecipa a incontri pubblici e conferenze stampa, mostrando un viso sempre più emaciato, Phil si gode i piaceri della tavola in un bunker segreto, visitato da uomini servili e donne compiacenti.

POSSIBILE SVOLTA.
Forse il ricatto di Phil è un bluff. Cosa succederà quando Robert lo scoprirà? Avrà una reazione violenta? O pianificherà con calma la sua vendetta?